Ithaka è una giovane ragazza di vent’anni, nata e vissuta in Grecia da mamma greca e papà tedesco. Frederick, suo padre, è migrato in Grecia poco prima che Ithaka nascesse per chiudere con un passato triste e straziante. Ama la sua patria di origine, la Germania, ma quest’ultima come una donna infedele ha tradito il suo amore, la sua fiducia il suo immenso rispetto. Proprio a causa di questo dolore Frederick non vuole parlare della Germania con la moglie e la figlia e afferma con purezza che ormai la sua patria è la Grecia. Frederick è un uomo buono, dolce ed estremamente sensibile, ha dei valori umani bellissimi che porta avanti con perseveranza. “Per lui valeva la pena vivere soltanto in virtù della bellezza, della grazia e dell’amore, non riusciva a concepire altro”. È il primo personaggio della storia di cui mi sono innamorata, ho versato lacrime di commozione leggendo di lui, delle sue gesta, delle sue poesie perché sì, Frederick è un poeta, un poeta meraviglioso. Attraverso la poesia mette su carta i suoi pensieri e la sua anima affinché, come i più grandi poeti del passato, non possa mai essere dimenticato. Ha sempre scritto rigorosamente in tedesco, sia perché è la lingua che conosce meglio sia perché in fondo la ama ancora, l’ha sempre amata e non può essere altrimenti perché vorrebbe dire tradire i suoi ideali e tradire il suo amico Oskar.
Su Frederick dunque giace sempre un alone di mistero che neanche i suoi parenti più prossimi sono riusciti a svelare… dopo una decina d’anni dalla sua morte, Ithaka ormai ventenne decide di compiere un viaggio in Germania e precisamente nel paese di origine del padre per cercare di conoscerlo meglio grazie alle testimonianze degli abitanti del luogo che potrebbero, lei spera, ricordarsi di lui. Ithaka parte dunque, lasciando la madre in Grecia, e inizia il suo viaggio verso questa terra sconosciuta di cui tanto si conosce in negativo pensando alla Seconda Guerra Mondiale in particolare.
In Germania Ithaka conoscerà dei ragazzi con dei valori immensi e soprattutto una grande propensione all’altruismo e all’inclusione. Si sentirà subito compresa e accettata, verrà accolto con entusiasmo anche il suo scopo e in particolare scoprirà con gran fortuna e gioia che Martin, uno dei suoi nuovi amici è figlio del migliore amico di suo padre!!
Ithaka e Martin insieme approfondiranno il più possibile la vita di questi due uomini valorosi, che hanno combattuto una guerra silenziosa quanto importante. Ithaka però, oltre a rivangare nel passato, avrà modo di scoprire che gli ideali nazisti non giacciono solo tra le fila di Hitler e pertanto conclusasi con la sua dipartita, ma ancora a metà degli anni 60 c’è chi, con gran ottusità, porta avanti tali ideali. Si renderà conto che i maggiori esponenti nazisti vivono relegati ad un quartiere della città, nel quale nessuno osa entrare, polizia compresa, e nel quale vige esclusivamente la regola del più forte con Claudius che comanda e dirige il gruppo di suoi scagnozzi.
La trama dunque si dipana portando avanti due “lotte”, due obbiettivi entrambi encomiabili: la ricerca di informazioni su Frederick e Oskar (padre di Martin) e la lotta ai Roten, ai filonazisti degli anni ’60.
Ho trovato molto originale la scelta dell’autrice di scrivere il romanzo in forma epistolare, precisamente Ithaka narra le vicende che le sono accadute scrivendo a Omero inizialmente, quando vive in Grecia con i genitori e a Goethe quando si trasferisce in Germania per il suo viaggio. Ho notato inoltre un cambio di registro: per le scene ambientate in Grecia l’autrice usa uno stile più poetico, dolce, fortemente emotivo e commovente, le scene tedesche invece sono accompagnate da uno stile più freddo e neutrale, che rispecchia bene i sentimenti e i pensieri che albergano nella maggior parte delle persone in quel luogo.
Questo romanzo mette in luce il potere salvifico della letteratura e nello specifico della poesia, mostra come attraverso le parole ci si può sentire compresi, amati, rispettati. La salute mentale, il benessere psicologico è tanto importante quanto quello fisico. Non si vive bene se il nostro fisico non è in perfetta forma, ma neanche se la nostra mente ha pensieri negativi, chiusi, ottenebrati. È un romanzo che suscita voglia di cambiare, voglia di prendere in mano la propria vita per volgerla in positivo e se la nostra vita è già bella e soddisfacente per noi ci stimola a guardarci intorno, aiutare il prossimo, trarre gioia anche dalle gioie altrui. Da insegnante posso affermare tranquillamente che quotidianamente il mio lavoro è atto al miglioramento sia didattico sia relazionale e psicologico degli alunni e per questo motivo i loro traguardi, i loro successi siano essi strettamente didattici o meno sono anche i miei successi non perché mi senta l’artefice unica quanto perché nel loro realizzarsi vedo la mia realizzazione, l’impegno e l’amore che ci ho messo non sono stati vani. È un romanzo che insegna inoltre quanto sia possibile anche cambiare idea, quanto si può cambiare il proprio destino, non insegna ad arrendersi all’ineluttabilità dell’avvenire ma anzi, al contrario, sprona a lottare contro se stessi anche se è necessario pur di raggiungere un obbiettivo, una vita più serena, un ideale. Non è mai troppo tardi per chiedere scusa, comprendere gli errori e non ripeterli, non è mai troppo tardi per rimettersi in carreggiata e a propria volta essere un principale incoraggiatore e sostenitore della bellezza della vita, dell’amore, della sensibilità.
Potenzialmente è un romanzo bellissimo, con una trama fantastica, originale ed emozionante, con protagonisti a tratti molto realistici e con una credibilità data dal fatto che ognuno di loro, si buoni sia cattivi, ha dei propri pensieri definiti e delle proprie idee; ho notato solo un unico piccolo difetto ovvero che alcune scene sono poco realistiche e quindi poco credibili.