Quando mi è stato proposto questo libro ho subito accettato con entusiasmo. Ricordo la mia professoressa alle superiori che ci raccontava della Germania, della Seconda Guerra Mondiale e di ciò che è accaduto dopo. Inspiegabilmente io rimasi subito affascinata dall’argomento, ascoltavo le vicende di Hitler e le conseguenze che hanno portato con interesse, desiderosa di scoprire anche il destino di questa Germania letteralmente distrutta da una guerra che all’inizio sembrava quasi potesse vincere ma che ha finito per perdere miseramente. La Germania divisa, Berlino stessa divisa tra le principali potenze uscite vittoriose, l’istituzione della DDR (Repubblica Democratica Tedesca) e della Repubblica Federale Tedesca me la ricordavo ed è stata quindi una piacevole sorpresa ritrovarle in questo libro, spiegate in modo semplice e comprensibile dal giornalista e telecronista Sky Lucio Rizzica.
In particolare l’autore racconta le vicende che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale portano alla Guerra Fredda per arrivare poi alle motivazioni che hanno spinto la DDR a costruire il famoso Muro di Berlino nella notte del 13 agosto del 1961 divenuto simbolo di due ideologie ben diverse e caduto il 9 novembre 1989.
Tanti i racconti di chi negli anni ha tentato di superare il Muro da Est per approdare all’Ovest nella speranza di conquistarsi una vita migliore, ritrovare i parenti che letteralmente da un giorno all’altro sono diventati impossibili da incontrare. L’Unione Sovietica governava i territori della DDR come satellite nel continente europeo, essi dovevano dunque sottostare alle leggi e alle ideologie dell’Unione Sovietica assolutamente senza possibilità di libertà o di ribellione. Mi ha fatto riflettere il fatto che spesso consideriamo contrapposti Comunismo e Fascismo, Sinistra e Destra ed è vero, le ideologie sono diverse ma in taluni punti molto simili. Se penso al periodo nel quale è stato al governo Hitler e penso ai comportamenti dell’Unione Sovietica noto punti in comune nelle restrizioni delle libertà, nell’impossibilità di esprimere un libero pensiero, alle campagne per indottrinare e convincere anche subdolamente il popolo su quale fosse il pensiero giusto. Il grande flusso di persone che si spostavano da Est a Ovest che ha successivamente portato alla costruzione del Muro proprio per ostacolare questi spostamenti sono da imputare ad un Regime distorto e repressivo che impediva la libertà “offriva molte cose ma chiedendo in cambio il valore morale degli individui”.
Lucio racconta numerose fughe avvenute con metodi più disparati, chi passa via mare a nuoto o con una tavola da surf, chi salta letteralmente il Muro come Schumann entrato poi nella Storia proprio per questo salto con il mitra a tracolla e l’elmetto in testa.
La fuga di Schumann in particolare non è stata molto felice, si integrò piuttosto in fretta, si sposò e diventò padre ma non riuscì mai a scrollarsi di dosso il rimorso di aver abbandonato la sua vita, i suoi genitori, la sua casa. Incominciò a bere e scivolò in una gravissima depressione che lo portò anche alla morte. Questo dimostra come la voglia e la speranza di raggiungere un futuro migliore era più forte di ogni paura o incertezza, le persone spesso rischiavano la vita pur di valicare il confine convinti e speranzosi di trovare la felicità.
Insomma non sempre dunque la fuga andava a buon fine, nel libro sono indicati i numeri indicativi di chi ha tentato la fuga non riuscendo e di chi invece è riuscito a valicare il confine sano e salvo. “I ‘saltatori’ erano degni di attenzione in quanto gli unici a ribellarsi a quel confine artificiale”.
C’è chi per fuggire ha addirittura costruito completamente da zero una mongolfiera: è il caso di Gunter Wetzel e del suo amico Peter. Con pazienza e tanta perseveranza i due costruiscono una mongolfiera facendosi aiutare anche dalle rispettive mogli e in una notte di Settembre Peter e Gunter con le rispettive famiglie spiccarono il volo. L’atterraggio fu di fortuna, era buio e non vedevano niente però riuscirono ad atterrare tutti salvi e ad integrarsi bene ad Ovest, addirittura furono accolti come eroi tra interviste e giornali.
“La morte di un fuggitivo è sempre meglio di una fuga riuscita” capite che con queste premesse non ci si poteva aspettare nulla di buono. Senza pietà e senza riflessione i soldati erano addestrati a sparare a vista a chi si avvicinava al confine assumendo comportamenti sospetti. Si agiva in tutti i modi per impedire la fuga ma mai che il governo socialista abbia pensato di cambiare modo di agire, di gestire la politica del Paese in modo più congruente alle necessità e ai bisogni della popolazione, mai una riflessione per spiegarsi i motivi di tanta affluenza verso Ovest. Semplicemente hanno deciso di erigere un Muro e continuare quindi la loro politica di repressione violenta e forzata “il controllo agiva sia sulle idee impedendo la libertà di pensiero, sia sui corpi limitandone i movimenti”.
È stato commovente leggere le esperienze di chi ha vissuto quegli anni, in particolare l’esperienza di Gunter è stata significativa perché riportata fedelmente dall’autore a seguito di un’intervista proprio con Gunter. In fondo al libro ci sono anche delle testimonianze fotografiche gentilmente offerte da Gunter che lo ritraggono con la mongolfiera e con la sua famiglia.
Vi consiglio la lettura di questo libro se amate la Storia, se volete conoscere un pezzo di storia abbastanza recente e determinante o se già lo conoscete ma volete approfondirlo. Il libro è scorrevole e i vari passaggi sono scritti in modo chiaro, chiunque può apprezzarlo e capirlo anche chi è a digiuno di questi argomenti. Conoscere la Storia è sempre una buona cosa, riflettere sul passato, sulle azioni che sono state compiute dai nostri predecessori ma che comunque inevitabilmente si riflettono anche su di noi, conoscere le azioni e soprattutto le motivazioni che si celano dietro a tali azioni ci stimola a riflettere e su cosa avremmo fatto noi in quella situazione specifica e ci insegna di conseguenza a traslare le nostre riflessioni su vicende attuali e quotidiane.