Attraverso la voce del protagonista, che conosciamo adolescente e che ci accompagnerà fino all’età adulta, scopriremo una realtà distopica, irreale ma con grandissime analogie con la realtà. L’autore ha inventato SpeechlessTown, una città nella quale vige la regola che le parole si pagano, si può parlare quindi ma ogni parola costa e il suo costo è variabile. Ad un occhio poco attento può sembrare un semplice racconto distopico o fantascientifico, io credo che le analogie con la vita vera sono tante, tantissime e riflettendoci si comprende come SpeehclessTown non è altro che una qualsiasi città del nostro Bel Paese. Con le dovute differenze e proporzioni naturalmente.
“Si è liberi di formulare qualsiasi, discorso ma non lo si può fare ad alta voce se non si può pagare” è singolare come cosa, chiunque può esprimersi indipendentemente dal ceto sociale MA deve pagare. Va da sé che i più poveri avranno meno possibilità… e se ci pensiamo ai giorni nostri, nella nostra società la situazione non è molto diversa. Chi è ricco, si trova in posizioni di potere ha possibilità non solo di esprimersi ma anche di influenzare il pensiero altrui.
“Che società è quella in cui non ci si può permettere di sgridare chi sbaglia? Che mondo è quello in cui azioni giuste e sbagliate hanno lo stesso peso?” nella società odierna non paghiamo le parole che pronunciamo ma siamo lo stesso ammutoliti, come imbavagliati. Non dal prezzo delle parole ma da quello dell’empatia quasi completamente assente.
“Meno dici più la gente ti sta a sentire” e soprattutto dà valore a quello che dici.
La popolazione però non si fa abbattere da questa dittatura silenziosa trovando modi alternativi per esprimersi e per non perdere quei contatti tanto necessari quanto umani.
Durante la lettura ci si può chiedere perché le persone che abitano a SpeechlessTown accettano almeno apparentemente tutto quanto senza tentar di ribellarsi. Ecco che la risposta viene dalle righe stesse del romanzo con una riflessione interessante “la dittatura è economica perché le parole di uno diventano le parole di tutti. Forse è per questo che a molti manca: non hanno opinioni proprie e vorrebbero tornare a poterle avere in concessione”. È brutto e triste da ricordare ma se pensiamo ai dittatori più famosi della storia capiamo subito che per quanto assurdo sia è stato proprio il popolo a volerli al potere. Non perché masochista ma perché bisognoso di una guida, di qualcuno al quale appoggiarsi e soprattutto appoggiare responsabilità e interessi che vanno al di fuori dei meri interessi personali. Se non ci interessiamo noi della nostra vita e del nostro futuro e lo lasciamo fare ad altri dobbiamo pensare alle conseguenze. Viviamo in una società troppo egoista ed egocentrata, ognuno è più concentrato a proteggere i suoi interessi in particolare nel breve periodo piuttosto che pensare alla società tutta.
“La legge è una questione di dialettica, non certo di giustizia” una frase potente, un’accusa quasi. Se pensiamo a come funziona la giustizia in Italia, il suo lento incedere che talvolta si trasforma in immobilismo ci rendiamo conto che SpeechlessTown potrebbe essere una qualunque delle nostre città.
“Le parole non servono a costruire discorsi ma le persone. Si è ciò che si dice” attraverso ciò che diciamo raccontiamo di noi. Una specifica è doverosa: siamo responsabili di quello che diciamo non di quello che gli altri capiscono o interpretano.
Il protagonista entrerà nel mondo dell’editoria e anche in questo caso l’autore non perde occasione per dipingere una realtà per molti sconosciuta ma presente. Mostra il retro, le dinamiche interne a ambienti di cui noi conosciamo solo la facciata. Molte dinamiche sicuramente sono enfatizzate, necessarie per esprimere un concetto, ma se è vero che enfatizza è altrettanto vero che non inventa nulla, amplifica situazioni, le rende caratteristiche affinché attirino l’attenzione di un lettore che ha voglia di andare oltre le parole scritte. Un mondo dell’editoria che punta al guadagno, più che alla cultura, il giornalismo che si interessa più alle vendite, al bilancio della società a costo anche di inventare notizie pur di vendere “ introduceva notizie verificate da mimetizzare tra quelle inventate”. Per questo è importante analizzare sempre le informazioni che ci vengono proposte dai vari media, purtroppo non solo nel libro di Luca le notizie vere e false si mischiano in un tutt’uno ma accade anche da noi. “La stampa è sempre stata il megafono del potere” e sposta gli equilibri, i pensieri delle persone aggiungo io.
Ma l’autore all’interno del libro non si limita a fare critica sociale e a mostrare aspetti oscuri ma potenti, fornisce anche consigli su come approcciare la vita, la correttezza, i sentimenti, la bontà d’animo vincono sempre e qualora non vincano, perché quando si tratta di ‘vincere’ bisognerebbe anche specificare a cosa ci si riferisce, quanto meno fanno vivere bene, senza pesi sulla coscienza. “davanti alla sicurezza non si può controbattere” è una frase che mi ha colpito. Siamo noi i primi che non crediamo in noi stessi o non ci crediamo abbastanza e porgiamo il fianco a chi ci sta di fronte. Essere sicuri di sé, delle proprie capacità migliora le nostre performances e l’impressione che facciamo agli altri. Tutto parte da noi.
“SIAMO TUTTI ABITANTI DI SPEECHLESSTOWN QUANDO CI SENTIAMO INCOMPRESI, IGNORATI O QUANDO CI CREDIAMO IN CAPACI DI ESPRIMERE NOI STESSI” ecco quindi che il silenzio, l’impossibilità di parlare prende un chiaro ed evidente significato metaforico.
Per quanto concerne i consigli su come vivere al meglio prendetevi questo “alcuni si attaccano a queste cose, lo fanno per attaccarci a prescindere, quindi se non fosse quello il problema, ne creerebbero un altro”
Ho avuto in passato problemi di autostima, ora li ho quasi del tutto superati e frasi di questo tipo mi fanno tanto piacere perché rappresentano una verità limpida ed esplicita che però io anni addietro, offuscata da mille insicurezze, non riuscivo a cogliere. Quindi dono a voi attraverso le parole di Luca Maletta questo consiglio spassionato.
Non manca una stilettata ai colleghi scrittori “Distinguere gli scrittori esperti da quelli emergenti. I primi avevano l’aspirazione di arricchirsi; i secondi la presunzione di arricchire”.
Il protagonista è un ragazzo buono che nonostante le difficoltà presenti nel mondo che lo circonda riesce a districarsi. Conoscerà un ambiente nuovo, diverso da quello a cui era abituato, ne gioverà ma sentirà sempre un pezzo mancante, qualcosa di imperfetto e si renderà conto che ciò che più conta, ciò che è maggiormente importante è proprio il cuore, l’animo e l’empatia “ l’empatia è l’unica arma contro l’indifferenza”.