Leggere poesia fa bene all’anima, cura e medica, fa riflettere e trasporta in un mondo dolce e soffice presso il quale chiunque può sentirsi compreso e accettato e ritrovare quel benessere magari smarrito tra le pieghe della vita quotidiana.
Leggere poesia è un bisogno intimistico, quasi primordiale, una necessità latente della quale ci si rende conto solo quando si inizia ad immergersi tra i versi.
La silloge poetica di Anna Maria Russo è formata per lo più da poesie brevi, pochi versi intensi e diretti. Sono poesie che inducono il lettore a porsi delle domande, a guardarsi dentro, percepirsi e capirsi. “Mi sento immerso nell’incubo di non riconoscermi più. […] Perché devo passare per la disumanità per tornare umano?”
“Intrappolata in questo ideale del mio io, in questo porto sicuro che non mi fa navigare”
parole dure, taglienti, scomode perché obbligano in qualche modo a fare i conti con la realtà, con i nostri sentimenti più profondi, quelli che spesso cerchiamo di allontanare per non soffrire.
“Voglio puntare in basso. […] Voglio puntare sulle mie basi, in basso verso il mio Altissimo”
L’autrice ha scelto un ordine preciso per le poesie, ci sono otto sezioni che accompagnano il lettore dal momento in cui è chiamato a guardarsi dentro, allo specchio, riconoscersi, passando poi per le brutture, il dolore, il crollo della struttura per poi riemergere più forte e solido di prima ritrovandosi. “Ritrovarsi” è proprio il titolo della penultima sezione, l’ultima è “Essenza” che recita tra gli altri questi versi splendidi: “La mia altezza è nella testa e nel cuore”
“Cerco una forma che mi rispecchi” questo è l’augurio che l’autrice fa a tutti i noi e che condivido e rinnovo anche io, questo piccolo libro di poesie vuole provare ad aiutare l’altro a ricostruirsi, ari-strutturarsi, trovare una nuova forma più consona e più comoda, meglio modellata su noi stessi, un vestito che si confà al nostro essere in modo da sentirci liberi e apprezzati nella nostra forma più trasparente e vera.