Tre amici, quelli di sempre, uniti da una consuetudine ormai consolidata si ritrovano in quel di Vienna dopo che uno di loro ha iniziato un importante progetto con protagonista la Pop Art. Tommaso, il ragazzo al vertice del progetto ha deciso di coinvolgere i suoi amici in questa avventura, Leonardo Belli si occuperà di recensire i quadri e Kevin si occuperà della parte organizzativa. I ragazzi immersi nel dolce far niente a Trieste accettano l’invito e la loro avventura può avere inizio. Sono tutti e tre ragazzi viziati e poco inclini al sacrificio e alla vita di duro lavoro. Amano i vizi e divertirsi, sono felicemente annoiati. La narrazione è in mano a Leo, attraverso la sua penna conosceremo gli avvenimenti. È un libro che punta moltissimo sui dialoghi che sono indiscutibilmente il punto forte del romanzo, la trama è semplice e quasi statica. I dialoghi dipingono i personaggi, li creano e li rendono vivi e reali. Sono fonte di intrattenimento e scuotono la curiosità e la sensibilità del lettore. Fin da subito Tommaso viene delineato come il belloccio e sicuro di sé, più intelligente e “navigato” rispetto agli altri due. Ha fascino seppur ha un modo altolocato e stronzo. Ha sempre l’aria di chi si sente superiore a tutti e regala consigli e giudizi come caramelle. Kevin fa tenerezza invece, con la sua balbuzie e il suo modo goffo è molto diverso da Tommaso che non manca, soprattutto all’inizio del romanzo, di evidenziare la sua superiorità rispetto all’amico che a tratti viene trattato con sufficienza. Leo invece seppur sia il protagonista credo faccia fatica a ingranare, ad inserirsi con personalità nella storia tanto che all’inizio sembrava quasi Tommaso il protagonista, colui con un fascino e una personalità talmente giganti da non passare inosservati. Leonardo era quasi inesistente, solo un nome scritto con l’inchiostro nero sulla pagina bianca. Man mano che la narrazione procede però Leo entra sempre più nel vivo e conosciamo un personaggio nel fondo buono ma incapace di far valere i suoi principi o il suo credo in favore invece della compagnia e della possibilità di frequentare certi ambienti altolocati. Si uniforma ad una massa a cui forse non appartiene ma a cui non si dà neanche il tempo di pensarci perché il suo obbiettivo è solo quello di sentirsi parte di qualcosa. Tommaso ha nei suoi riguardi una maggior considerazione rispetto a Kevin, almeno all’inizio, anche se anche con lui non manca di ergersi con superiorità.
Leo è un po’ un antieroe, colui che volente o nolente combina guai e mette in imbarazzo gli amici ma è anche colui in grado di compiere azioni buone e generose (a spese altrui). Nel corso della narrazione vediamo due facce di Leo: quella superficiale e arrivista, e quella buona e solidale. Io credo che la seconda sia quella che gli appartiene di più ma che nasconde per i motivi detti sopra.
C’è sicuramente spazio per l’amore in questa vicenda, tra una serata e l’altra i ragazzi avranno modo di conquistare e farsi conquistare da dolci donzelle. In questo frangente risulta evidente che colui che rimane fedele a se stesso, pur facendo talvolta la figura dello sciocco, è anche colui che riesce a raggiungere i suoi scopi con gran soddisfazione. La perseveranza paga.
Il nostro Leonardo invece, tronfio delle sue capacità e accecato dall’arrivismo probabilmente influenzato dal suo amico Tom si perderà stupidamente. Farà azioni buone ma saranno macchiate da egoismo, da pensieri sterili che non gli faranno onore; cercherà di recuperare certi rapporti in modo rocambolesco e quando ci proverà in modo serio e rispettabile ormai avrà superato il confine accettabile da un pezzo.
In questo libro si parla molto di sogni e di come sia importante realizzarli e vivere la vita avendo in mano le redini. Vivere la vita passivamente, giovando dell’ordinaria quotidianità porta a noia e a senso di incompiutezza. Vivere al meglio, sfruttando le occasioni e lavorando per raggiungere i propri sogni e le proprie ambizioni è ciò che è necessario per avere una vita ricca e degna di essere vissuta. Tutti finiamo nella bara prima o poi ma chi ci finisce orgoglioso e soddisfatto di quanto compiuto lo fa sicuramente con un po’ di amarezza in meno.
È un libro che strizza l’occhio anche agli appassionati di arte moderna, di Pop Art nello specifico e di tutti coloro che amano l’arte all’avanguardia, le provocazioni artistiche.
Figura importante all’interno del romanzo è anche Nadir, l’inserviente dei ragazzi. È un uomo omosessuale che vive una relazione non proprio liscia e felice con un compagno. Leo avrà un ruolo importante per i due e in qualche modo si riscatterà in parte mostrando il suo lato buono e altruista. Nadir è un personaggio costruito molto bene, vive a contatto con i ragazzi ma si percepisce il suo essere esterno, al di fuori di certe dinamiche. Ha un animo buono e frizzante, non passa inosservato.